paola
qui era all’inizio, quando raccoglievamo materiali, Oliver Sacks è stato tra i primi che abbiamo frequentato, a me i superni fanno una gran simpatia:

qui è sempre Oliver Sacks che racconta la musica e presenta il suo libro, dal minuto 12
qui alcune parole di Thich Nhath Hanh, semplici, trasparenti,

qui è per ridere, il video dei Monty Pyton che ha girato nella chat del Faber mandato da Diego Diaz, il nostro videomaker, il ministero delle camminate strambe (The ministry of silly walk), mi è piaciuta tanto l’idea di una richiesta di finanziamento per lo studio e l’approfondimento di una camminata stramba
- link. https://www.youtube.com/watch?v=eCLp7zodUiI; Monty Pyton, the Ministry of Silly Walks
queste sono alcune parole preziose raccolte durante gli incontri con i camminatori e le camminatrici del CAI di Chivasso, riflessioni dopo le esperienze di propriocezione e camminata:
- sono andata a cercare posti dove la terra era molto più simile alla mia esperienza in montagna… quindi non il cemento, ma fuori, dove era un po’ più grumoso, dove c’era il rumore delle foglie… e questo non so, mi piaceva. Provavo delle sensazioni minime, ma molto simili a quelle che provo quando cammino in montagna. E l’altra cosa è che stavo proprio bene quando camminavo veloce, l’aria fresca che entrava dentro ai polmoni, il passo che era più mio, forse… è stato proprio piacevole per me…
- la camminata è un gesto ovviamente quotidiano… facendolo molto lento e controllato mi sono reso conto di quanti muscoli entrano in gioco… l’equilibrio… l’equilibrio mi ha colpito, una cosa straordinaria… noi quotidianamente siamo in equilibrio; facendo questa camminata molto lenta, mi sono reso conto, in alcuni momenti mi sembrava quasi di perdere quest’equilibrio. Mi è piaciuto rendermi conto di quanto un gesto così quotidiano e semplice e banale che facciamo tutti i giorni sia in realtà una cosa molto complessa, una sincronia tra contrazioni muscolari, equilibrio, controllo, forza anche…
- è stata una sensazione di mongolfiera… camminando lentamente mi sentivo ancorata a terra, mentre la parte del busto e soprattutto la mente, essendo all’esterno… le cose intorno mi portavano a staccarmi… quando abbiamo incontrato il cane, ho pensato “chissà se anche il cane ha queste sue sensazioni di controllo, di consapevolezza del passo…”
- ho pensato subito ad un ritmo, ad un ritmo che poteva essere un rumore, ma anche una musica… e mi sono trovato a muovermi e l’ho trovato piacevole. Per tutto il tempo sono rimasto molto concentrato su un aspetto che non mi aspettavo: sulla caviglia. Percepivo la differenza… era lo snodo tra due parti del corpo che lavoravano in modo completamente diverso. Il piede aveva un po’ la funzione della ciaspola, mi viene da dire: io dovevo abbandonarlo, lasciare che lui si adattasse al terreno, non ero io a comandarlo, ma lasciavo che lui si adattasse, per potersi aggrappare, per poter sostenere; dalla caviglia in sù invece ero io.. che dovevo controllare il mio corpo, perchè se volevo restare verticale… dovevo essere io a decidere come tenerlo…
- io ho avuto come la sensazione di camminare su una nuvola, su una cosa soffice; e non trovavo differenza né sull’asfalto, né sul prato… cioè, avevo una sorta di adattamento istantaneo che non mi faceva capire se avevo una superficie o un’altra… e poi non sentivo le articolazioni, era un piacevole movimento, un tutt’uno caviglia-ginocchio-piede… non riuscivo a concentrarmi sul fatto che si piegasse il ginocchio o la caviglia… andavo così…
- può esserci un’andatura, che magari può essere propria per ogni persona, in cui… viene da sola… in cui non si sentono più le gambe, in cui le gambe si staccano dalla mente, vanno da sole… e quindi il camminare diventa il guardare, lo scoprire, il capire, i pensieri connessi a quello che si vede… si perde il corpo, si perde l’azione e si viaggia con la mente, più le gambe vanno, più sono staccate dalla mente… invece il pensare il camminare mi sembra una forzatura, una forzatura anche poco funzionale… perchè il camminare è spostarsi, e quindi è inutile spostarsi col corpo ma con la mente rimanere sui piedi, fissi su una cosa… non l’ho trovata una cosa che si addice alla camminata…
- la scarpa mi ha dato diverse sensazioni… mi aspettavo che fosse qualcosa che creasse una barriera tra me e il mondo… in realtà rispetto a diverse superfici riuscivo a provare qualcosa, anche con la scarpa, nonostante la scarpa, e questo in certi momenti creava una sorta di argine, che arginava il mio piede e che mi permetteva comunque in qualche modo di mantenerlo in un suo binario. Mi limitava alcune percezioni ma mi permetteva di avere la possibilità non aver paura di mettere avanti il piede in qualunque tipo di superficie avessi, qualunque tipo di ostacolo incontrassi…
- avevo più pensieri miei interni che ogni tanto tornavano… quindi dicevo “no, torna dai piedi…” questo però non so perchè, mi ha portato a provare delle “emozioni coi piedi”… cioè mi ha dato un senso di tristezza infinito, perchè ho detto “poveracci, sono lì costretti, dentro a una scarpa” e non riesco a sentire bene il terreno, perchè io non ho trovato differenze tra i vari terreni, …quindi ho detto “questi passano una vita chiusi dentro a ‘ste scarpe senza provare niente”… tristezza e un po’ di claustrofobia… dall’altra parte ho detto “però può essere anche un modo per essere protetti”…
qui ancora materiale di riflessione su senso, motivazioni e significati del camminare, testo consigliato da Michele Pascarella che ci è stato vicino durante la creazione di Andante

qui cercavo materiali per il mio monologo su spezie e profumi

questa è parte di un’improvvisazione per inventare i ritmi del canto iniziale
questi siamo noi durante le prove al Sabiunè di Chivasso prima del secondo studio, era il 26 agosto 2022
